Renzi non c’entra, al Referendum voto Sì per liberare la democrazia italiana | Piercamillo Falasca
Altro che plebiscito sul governo o sul premier Renzi, quella di ottobre sarà una scelta che avrà effetti per decenni: faremmo bene a valutarla disinteressandoci del breve periodo, del governo in carica e persino dell’Italicum, che si può sempre modificare con legge ordinaria.
Qualunque sarà l’esito del referendum confermativo del prossimo ottobre sulla riforma costituzionale, esso sancirà la fine di una lunga stagione di tentativi di modernizzazione della nostra Carta.
Dal 2006 al 2016: personalmente voterò sì alla riforma di Renzi come votai sì a quella di Berlusconi, quella a cui il centrosinistra di Prodi si oppose.
Si parla molto, direi troppo, della riforma perché ha tagliato le poltrone del Senato. Si parla forse poco di una misura cruciale: il nuovo Articolo 72 della Carta. Esso prevede per l’esecutivo la possibilità di richiedere una via preferenziale per l’approvazione di un disegno di legge “essenziale per l’attuazione del programma di governo”. Viene inoltre, d’altro canto, limitato il ricorso alla decretazione d’urgenza, uno strumento straordinario di cui negli ultimi venti anni i governi di ogni colore e tipo hanno pericolosamente abusato, proprio per la necessità di una scorciatoia ai tempi potenzialmente infiniti delle approvazioni parlamentari.
La portata della modifica è notevole: il governo avrà uno strumento proprio per esercitare con efficacia il suo potere d’iniziativa legislativa, mentre il Parlamento si riapproprierà delle sue prerogative. Ciò avrà effetti positivi sulla qualità della legislazione, sulla trasparenza dell’iter legislativo e sulla “tracciabilità” delle modifiche. Il governo presenta un disegno di legge, i parlamentari lo esaminano e presentano emendamenti aventi nome e cognome, l’iter termina nei tempi stabiliti: si superano così decretoni con efficacia immediata ma poi stravolti, voti di fiducia ad ogni pie’ sospinto, maxi-emendamenti partoriti di notte da chissà quale stanza ministeriale.
La trasparenza dell’iter legislativo è cruciale per una democrazia che aspiri ad un rapporto lineare e fisiologico tra i decisori pubblici, i portatori di interessi particolari (le “lobby”) e l’interesse generale. […]
La riforma non è perfetta, da nessun punto di vista, ma lo status quo è peggiore.
Da Strade
Davide Maramotti
Categories: Segnalazioni
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