Referendum Costituzionale – Valigia Blu

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La riforma della Costituzione per la crescita economica | Carlo Stagnaro, Filippo Taddei

In primo luogo, la riforma del Senato e il conseguente superamento del bicameralismo paritario consente una maggiore chiarezza e linearità nel processo di elaborazione normativa, rafforzando la responsabilità politica dei singoli parlamentari e dei rispettivi gruppi, senza opachi rimpalli di responsabilità tra le due camere.

In secondo luogo, la riforma mette mano ai livelli di governo e alla ripartizione dei poteri tra di essi. Le province perdono dignità costituzionale e così si procede a una loro effettiva e definitiva eliminazione. Ancora più importante, il pacchetto di norme che sarà sottoposto al referendum elimina quella che è unanimemente considerata la principale fonte di ambiguità nel nostro corrente assetto istituzionale, ossia le competenze concorrenti tra Stato e regioni. Questo è il tema erroneamente più trascurato nella discussione pubblica. Con la nuova costituzione saranno chiari gli ambiti di competenza esclusiva statale e quelli di competenza esclusiva regionale. Ogni livello di governo sarà responsabile nel proprio ambito di competenza senza poter incolpare un altro pezzo dell’amministrazione per gli errori, i ritardi o le incongruenze del suo operato. Si chiuderà così una parentesi di lungo contenzioso e di vasta incertezza spalancata nel 2001. Il nuovo articolo 117 non renderà più possibile trattare le scelte sulle grandi infrastrutture energetiche come una questione regionale o illudersi che l’orientamento al lavoro, gli standard di formazione e la sicurezza sul posto di lavoro siano disciplinate al di fuori di una logica unitaria nazionale, come se le competenze professionali o i rischi differissero tra Roma e Milano. Inoltre, su proposta del Governo, la legislazione ordinaria potrà intervenire su ogni tema necessario per mantenere l’unità economica e giuridica del paese.

Infine, viene potenziata la trasparenza e la partecipazione a favore dei cittadini. L’organizzazione degli uffici pubblici e la pubblicità sul loro operato, l’abbassamento del quorum per la validità dei referendum abrogativi, l’introduzione dei referendum propositivi e di indirizzo sono tutti strumenti volti a rendere la nostra una democrazia non solo decidente ma trasparente nella decisione. Il processo normativo ne uscirà rilegittimato perché l’effettivo “capitale politico” dei provvedimenti approvati dal Parlamento è rafforzato.

Da Il Foglio

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