Referendum Costituzionale – Valigia Blu

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“Perché voterò No” | intervista a Giovanni Maria Flick

Il costituzionalista Giovanni Maria Flick spiega a RaiNews perché al referendum costituzionale del prossimo ottobre voterà “No”.

Cosa non le piace di questa riforma?

“Due cose di contenuto e una di metodo. La cosa di metodo è il modo con cui si è arrivati alla riforma, cioè una ricerca di maggioranza molto variata.
Quanto ai contenuti vedo una certa contraddizione tra l’aver varato un Senato delle Regioni – che poi ha dei problemi che possono creare delle difficoltà di funzionamento – quindi una tendenza a valorizzare la dimensione delle autonomie locali e un forte accentramento delle competenze legislative da parte dello Stato”.

Il fronte del “Sì” vi accusa di essere conservatori.

“Io ho sempre detto e scritto che la Costituzione non è blindata, va cambiata, ma va fatto con certe cautele, con una certa lentezza e una certa riflessione proprio per trovare il massimo di accordo”.

Nel dibattito all’interno delle aule parlamentari si è pensato che il superamento del bicameralismo perfetto dovesse passare tramite il monocameralismo. Come la vede?

“Personalmente l’avrei preferito. Nel senso che una Camera che rappresenti le istituzioni territoriali può essere necessaria e opportuna, ma il Senato attuale non mi pare abbia i poteri per rappresentare le istituzione territoriali, anche nel modo in cui vengono designati o eletti i senatori. Un monocameralismo avrebbe reso evidente la necessità di maggiori “check and balance” (sistemi di equilibrio), che così si sono potuti evitare, dicendo “tanto abbiamo le due Camere”. Non è vero che abbiamo più due camere come prima”.

Maggiori poteri alla maggioranza e il rischio che il bilanciamento dei poteri possa venir meno?

“A me sembra proprio di no. Non mi piace l’idea di andare al referendum brandendo la spada per combattere contro il rischio di una svolta autoritaria, che non mi pare ci sia. Mentre vi è il rischio di varare una riforma che potrebbe non funzionare”.

È la riforma della Costituzione che vi preoccupa oppure il combinato disposto con la riforma elettorale, l’Italicum?

“Il combinato disposto è una conseguenza del fatto che da un lato la riforma sbilancia in qualche modo i due rami del Parlamento, con la Camera che rimane di 600 componenti e il Senato di 100, con poteri molto più ridotti e anche un po’ confusi, e dall’altro c’è una riforma elettorale che spinge molto sul sistema maggioritario e che potrebbe creare dei problemi”.

Sul sito di RaiNews, potete vedere l’intervista completa.

Categories:   Segnalazioni

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