Referendum Costituzionale – Valigia Blu

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Inquietante riformare la Costituzione senza conoscere gli effetti della legge elettorale | Andrea Iannuzzi

Ammetto di essere ancora un po’ distratto sul dibattito referendario (del resto da qui a ottobre è lunga, non penso di reggere il ritmo).
Ho scoperto di essermi perso, grazie a una provvidenziale full immersion tra principesse e ottovolanti Disney, dei dibattiti di altissimo livello fra studenti universitari, ministre, partigiani, sedicenti partigiani, etc. etc.

Mi pare che l’illusione di poter assistere a un dibattito civile e di merito ce la siamo già ampiamente giocata.

Detto tutto questo, e forse a causa della mia distrazione, c’è una cosa che mi pare non venga sufficientemente sottolineata. Provo a spiegarmi.

Il problema non è la riforma della Costituzione in sé, decontestualizzata da tutto. Perché se la prendiamo da sola, questa riforma ha un valore “ics”, sul quale si può discutere, si può essere d’accordo oppure no.

Ma è un valore diverso rispetto al valore “ypsilon” dato dalla somma della riforma costituzionale + la legge elettorale, in questo caso l’Italicum.
Se l’Italia fosse un paese che non cambia una legge elettorale ogni tot anni – a seconda della convenienza di chi è al governo – si potrebbe valutare la riforma della Costituzione per quello che è (e il mio giudizio è complessivamente positivo).

Ma l’idea di riformare la Costituzione senza conoscere gli effetti del sistema elettorale vigente (oggi l’Italicum, che è una brutta legge elettorale; domani il cinquestellum? Il salvinum?) ha degli aspetti inquietanti che non vengono sottolineati a sufficienza.

Perché un conto è il monocameralismo con il proporzionale, un conto è con il maggioritario, un conto con questo ibrido dell’Italicum (poi su Italicum e Austria faccio un altro post, semmai)

da Facebook

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